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giovedì 8 luglio 2010

Prima regola: lavorare in una redazione vera


Due anni fa credevo che scrivere per un quotidiano fosse un lavoro di prestigio, sicuramente malpagato, ma almeno di una certa importanza, e questo è quel che credono i giovanissimi che ogni giorno ci mandano centinaia di mail perché sperano che il giornale sia in cerca di nuovi collaboratori, convinti erroneamente che fare la gavetta per un quotidiano sia un buon trampolino di lancio. Mi spiace deludervi ma non funziona assolutamente in questo modo. Il mercato è saturo di collaboratori proprio perché tantissimi ragazzi, sono disposti a scrivere in via del tutto gratuita, esattamente come coloro che, come me, lavorano in redazione da almeno un anno e mezzo o due: a parità di condizioni ovviamente il giornale preferisce tenere gente che ha già imparato e sa muoversi in maniera abbastanza indipendente.

Vi presento Betta Sánchez

Betta Sánchez inaugura con una breve intervista il suo primo blog personale che raccoglierà avventure e disavventure di un'aspirante giornalista italiana di origine ma spagnola per adozione

Chi è Betta Sánchez?
Bettà Sánchez è una giovane donna che sta per tagliare il traguardo dei trenta ma non ha ancora realizzato, uno, e dico uno, dei suoi progetti; ma la verità è che, per un motivo o per un altro, è stata costretta a cambiarli in corsa. Ha fatto molto per diventare una giornalista e per avere tra le mani quel fatidico tesserino, ma l’amara verità è che pubblicista o meno, se non fai la giornalista non sei assolutamente nessuno.